Non sa quante volte in passato tra quelle quattro pareti di
vetro noi altri ci siamo riparati dalla pioggia, confessati, commossi per una
notizia, abbiamo urlato, immaginato dei volti, fatto cenni a chi aspettava fuori,
chiamato ambulanze, mentito, litigato, finto di essere qualcun altro o altrove senza
il pericolo di farci geolocalizzare.
Dentro una cabina succedeva sempre
qualcosa, la nostra vita e il nostro mondo cambiavano un po’ e ogni volta che
ne uscivamo fuori non eravamo più gli stessi che vi erano entrati.
Stefano Scanu - Il disordine del mondo - pag.69

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