“Mia madre dice che leggere è pensare” disse Sofia. “Non è che leggiamo e poi pensiamo, bensì pensiamo qualcosa e lo leggiamo in un libro che sembra scritto per noi ma non è stato scritto per noi, e qualcuno in un altro paese, in un altro luogo, nel passato, lo ha scritto come un pensiero non ancora pensato, finché per caso, sempre per caso, scopriamo il libro in cui viene chiaramente espresso ciò che era stato, confusamente, non pensato ancora da noi. Non tutti i libri, ovviamente, ma certi libri che sembrano oggetto del nostro pensiero e sono destinati a noi. Un libro per ciascuno di noi. Per trovarlo, c’è bisogno di una serie di eventi concatenati accidentalmente perchè alla fine uno veda la luce che, senza saperlo, sta cercando”.
Riccardo Piglia - Bersaglio notturno - pag.212

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