sabato 22 febbraio 2014


opera di Christian Schloe


Per un attimo affonda lo sguardo negli occhi di Amelie. Sono verdastri, oggi, e molto chiari. Leonida conosce perfettamente questa cangiante e pericolosa tonalità. In certi giorni gli occhi di sua moglie hanno una specie di mutevolezza meteorologica . Lui stesso li ha chiamati una volta “occhi d’aprile”. In quei giorni bisogna star cauti. L’aria è sospesa, carica di scenate che possono scoppiare da un momento all’altro senza alcun pretesto. Gli occhi sono tra l’altro l’unica cosa che contrasta con l’aspetto adolescenziale di Amelie. Sono più vecchi di lei, i suoi occhi. Le sopracciglia ritoccate dal trucco li rendono fissi.  Le ombre di una stanchezza azzurrognola li ghermiscono con un primo sospetto di decadenza. Così anche nelle stanze più pulite, si deposita in certi angoli una patina di polvere e di fuliggine. C’è in quello sguardo femminile un non so che di quasi devastato che lo avvince.
Franz Werfel - Una scrittura femminile azzurro pallido - pag.18

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