L’interesse personale rappresenta una
causa abbastanza dignitosa, tuttavia Perowne non riesce a condividere con i
manifestanti la probabile convinzione di detenere l’appannaggio esclusivo del
discernimento morale.
[…] In arrivo verso Perowne, dando le
spalle alla folla, c’è un uomo dalla faccia rosea, grossomodo coetaneo di
Henry, in berretto da baseball e giubbotto giallo fluorescente, col carretto a
mano che adopera per spazzare le strade per il Comune. Sembra curiosamente
deciso a fare un lavoro come si deve, ficcando la punta dura della ramazza fin
dentro gli angoli del marciapiede, a stanare cartacce. Tanta instancabile
accuratezza è imbarazzante da constatare, un silenzioso atto d’accusa per un
sabato mattina. Cosa può esserci di più inutile di questa urbana fatica
sottopagata quando dietro di lui, al fondo della via, cartoni e bicchieri di
carta si ammucchiano a vista d’occhio sotto i piedi dei dimostranti raccolti
davanti al McDonald’s sull’angolo. E quando oltre ancora, per l’intera
metropoli è la quotidiana tormenta di spazzatura. Mentre i due uomini si
superano, i loro sguardi si incontrano per un attimo, inespressivi. Le cornee
dello spazzino sono chiazzate intorno di un giallo carico che sfuma in rosso
intorno alle palpebre. Per un istante vertiginoso Henry si sente legato a lui,
come se fossero insieme su un’altalena, in bilico sopra un asse che potrebbe
scaraventarli l’uno nell’esistenza dell’altro.
Perowne distoglie lo sguardo e rallenta
per poi svoltare nelle rimesse in cui è parcheggiata la sua auto. Come doveva
essere riposante una volta, in tempi remoti, essere facoltosi e credere che una
onnisciente forza sovrannaturale avesse assegnato a ciascuno la rispettiva
stazione di vita. Senza neppure comprendere come tale credenza fosse
strumentale al proprio benessere – una forma di anosognosia, un opportuno
termine psichiatrico per definire l’assenza di consapevolezza riguardo alla
propria condizione. E adesso che invece crediamo di capire, come stanno le
cose? Dopo i rovinosi esperimenti del secolo appena trascorso, dopo tante
atrocità, dopo così tante morti, si è consolidato un vergognoso agnosticismo su
queste faccende che riguardano la giustizia e la ridistribuzione delle
ricchezze. Niente più grandi ideali. Il mondo dovrà migliorare ammesso che sia
possibile, a piccoli passi. La gente perlopiù assume posizioni fatalistiche: il
fatto che a qualcuno tocchi spazzare le strade per guadagnarsi da vivere appare
come un semplice caso di malasorte. Questa non è un’età visionaria. Le strade
devono essere tenute pulite. Che gli sfortunati facciano regolare richiesta,
dunque.
Ian Mc Ewan - Sabato - pag.80-81
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