sabato 22 febbraio 2014


L’interesse personale rappresenta una causa abbastanza dignitosa, tuttavia Perowne non riesce a condividere con i manifestanti la probabile convinzione di detenere l’appannaggio esclusivo del discernimento morale.
[…] In arrivo verso Perowne, dando le spalle alla folla, c’è un uomo dalla faccia rosea, grossomodo coetaneo di Henry, in berretto da baseball e giubbotto giallo fluorescente, col carretto a mano che adopera per spazzare le strade per il Comune. Sembra curiosamente deciso a fare un lavoro come si deve, ficcando la punta dura della ramazza fin dentro gli angoli del marciapiede, a stanare cartacce. Tanta instancabile accuratezza è imbarazzante da constatare, un silenzioso atto d’accusa per un sabato mattina. Cosa può esserci di più inutile di questa urbana fatica sottopagata quando dietro di lui, al fondo della via, cartoni e bicchieri di carta si ammucchiano a vista d’occhio sotto i piedi dei dimostranti raccolti davanti al McDonald’s sull’angolo. E quando oltre ancora, per l’intera metropoli è la quotidiana tormenta di spazzatura. Mentre i due uomini si superano, i loro sguardi si incontrano per un attimo, inespressivi. Le cornee dello spazzino sono chiazzate intorno di un giallo carico che sfuma in rosso intorno alle palpebre. Per un istante vertiginoso Henry si sente legato a lui, come se fossero insieme su un’altalena, in bilico sopra un asse che potrebbe scaraventarli l’uno nell’esistenza dell’altro.
Perowne distoglie lo sguardo e rallenta per poi svoltare nelle rimesse in cui è parcheggiata la sua auto. Come doveva essere riposante una volta, in tempi remoti, essere facoltosi e credere che una onnisciente forza sovrannaturale avesse assegnato a ciascuno la rispettiva stazione di vita. Senza neppure comprendere come tale credenza fosse strumentale al proprio benessere – una forma di anosognosia, un opportuno termine psichiatrico per definire l’assenza di consapevolezza riguardo alla propria condizione. E adesso che invece crediamo di capire, come stanno le cose? Dopo i rovinosi esperimenti del secolo appena trascorso, dopo tante atrocità, dopo così tante morti, si è consolidato un vergognoso agnosticismo su queste faccende che riguardano la giustizia e la ridistribuzione delle ricchezze. Niente più grandi ideali. Il mondo dovrà migliorare ammesso che sia possibile, a piccoli passi. La gente perlopiù assume posizioni fatalistiche: il fatto che a qualcuno tocchi spazzare le strade per guadagnarsi da vivere appare come un semplice caso di malasorte. Questa non è un’età visionaria. Le strade devono essere tenute pulite. Che gli sfortunati facciano regolare richiesta, dunque.
Ian Mc Ewan - Sabato - pag.80-81

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