“Tu
chiedi sempre,” le bisbigliava nel caldo asfissiante del bunker durante le ore
del giorno in cui non potevano far niente di più utile, “ nessuna domanda è mai
abbastanza sciocca che non valga la pena di farla. Chiedi continuamente alla
gente che viene da te per essere curata. E’ di vitale importanza per la loro
salvezza che tu chieda ogni particolare che ti possa chiarire la situazione.
Niente è evidente in un corpo, ricordatelo, e soprattutto niente è veramente
chiaro nel danno a un corpo. Se ti
portano un uomo che dice di avere male alla pancia, chiedi dove ?, e facci mettere il dito e sei il dito si infila
in un buco, può essere che la pallottola sia entrata nella schiena e solo
uscita da lì. Bisogna essere certi di ogni minima cosa, un uomo potrebbe morire
per un tuo errore di comprensione. Senza contare che a un ferito, soprattutto
un ferito grave, giova molto essere interrogato: palare del proprio corpo lo
aiuta a non cedere all’idea di morire. Chiedi continuamente fa male qui? E qui?
Dove fa male c’è ancora un po’ di vita.
E
chiedi anche a me, chiedimi continuamente di quello che sto facendo quando
stiamo operando: non ti fidare mai di quello che ti sembra di vedere. Potrei
utilizzare un dilatatore per fermare l’emorragia solo perché non ho una pinza
emostatica a portata di mano. Chiedimi sempre il perché.
Potrei
sbagliare ogni volta: qui c’è sempre troppa fretta per ricordarsi tutto, ma non
capire anche il particolare più insignificante è un lusso che non possiamo
permetterci, noi chirurghi e noi comunisti. E riguardo a questo ultimo punto,
chiedimi a più non posso tutto quello che ti passa per la testa: il comunismo è
fatto solo di domande. La rivoluzione è una domanda che non finisce mai di
essere formulata. E io credo per inciso che questo sia una fortuna: moriremo,
io molto prima di te, senza avere una risposta che, forse, potrebbe anche non piacerci
troppo. E’ bene che tu sappia fin da ora che come istruttore politico io non
valgo granché, quindi non ti stupire se ci saranno da parte mia molti silenzi
in risposta alle tue domande”.
Maurizio Maggiani - Il coraggio del pettirosso - pag. 243-244
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