Cominciò parlando di ciò che lui
chiamava il peso dell'io, e del perchè la gente se ne vuole liberare.
“Perchè quella piccola voce
ostinata nella nostra testa ci tormenta così?” disse, guardandoci. “Forse
perchè ci ricorda che siamo vivi, che siamo mortali, che abbiamo anime autonome
– che, dopotutto, siamo troppo pavidi per cedere, ma che pure ci procurano un
grave malessere? È una cosa terribile imparare da bambini che si è un essere
separato dal resto del mondo, che niente e nessuno soffre i nostri medesimi
dolori di scottature alla lingua o di sbucciature alle ginocchia: che ognuno è
solo con i propri acciacchi e le proprie pene. Ancor più terribile,
invecchiando, scoprire che nessuna persona – non importa quanto vicina – potrà
mai capirci davvero. I nostri io sono ciò che ci rende più infelici, ed è per
questo che bramiamo perderli, non credete?
Donna tartt - Dio di illusioni - pag.49
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