sabato 4 novembre 2017



"Qual è la tua lingua materna?"
"Hausa, e tebu-tebu."
"Come si dice mano in hausa?" " Hanu."
"E occhio?" " Idu."
"Tè? ""Shayi."
"Io?" " Ni."
"Tu?" "Kay."
"Dove sei stato in Italia?
"A Napoli e a Milano. In metropolitana, dice, le persone si alzano e cercano un altro posto, quando un nero si siede vicino a loro.
"Da tempo anche l'Italia non è più il paese delle belle risposte."
"È così," dice il ragazzo, e si gratta la pelle sul dorso delle mani come volesse strapparsi via quel fastidioso involucro. Poi guarda fuori dalla finestra, guarda gli alberi, dai quali pendono ancora alcune foglie gialle. Il suo occhio sinistro ha qualcosa che non va, Richard se ne accorge solo adesso: finora il ragazzo non aveva mai alzato lo sguardo.
"Che cosa ti è capitato all'occhio?"
Scuote la testa. Non parla. Guarda di nuovo in basso.
"Quanti anni hai?"
"Diciotto."
"E da quanti anni sei in giro per l'Europa?"
"Da tre."
"Pensi qualche volta al tuo futuro?"
"Futuro?"

Jelly Erpenbeck - Voci del verbo andare - pag. 130

Nessun commento: