sabato 12 aprile 2014



Sicché, fino al giorno del rientro di George accompagnato da Marguerite, Bob ha trascorso le lunghe ore noiose in negozio immaginando la propria vita con un figlio maschio. E benché le sue fantasie fossero piuttosto comuni e sentimentali – suo figlio che pescava dalla prua della barca, suo figlio che giocava a baseball, hockey e pallacanestro, suo figlio che vinceva la gara di sillabazione – molti dei dettagli attraverso i quali visualizzava queste scene erano abbastanza vividi e personali da ricordargli particolari ed episodi dimenticati della propria infanzia.
Aveva fugaci visioni di sé stesso come qualcun altro, forse come aveva potuto vederlo suo padre. Vide i capelli, dapprima ondulati e biondi, farsi dritti e castani come quelli di Ruthie all’epoca in cui aveva cominciato la scuola. Vide nei propri occhi azzurri la paura e l’invidia per la grande stazza d’acciaio del padre, la meraviglia e lo sguardo timorato di quando, incitato da lui, lo colpiva all’addome con tutta la sua forza e il padre continuava a ridere finché a Bob s’indolenziva la mano e doveva smettere, il che suscitava altre risate. E rivide il terribile tremito delle proprie labbra sentendo il padre dire che, per insegnargli a nuotare, lui e lo zio Richard l’avrebbero buttato nel lago dal pontile, cosa che fecero, e in effetti fu proprio così che imparò a nuotare, boccheggiando e sputando acqua, sferzandola come fosse una belva, fino a riportarsi abbastanza vicino a riva da sentire i ciottoli del fondale sotto i piedi. E poi vide il suo strano sorriso mentre arrancava verso il pontile, lo percorreva a tutta velocità roteando le braccia scheletriche e si buttava in acqua da solo, più e più volte, riguadagnava la riva tra una girondola di sferzate, correva al pontile e dopo una rincorsa si lanciava in acqua, finché i due uomini avevano smesso di ridere di lui e avevano raggiunto le donne al tavolo da picnic nella pineta. E – a poco a poco – Bob comincia a vedere il figlio non ancora nato come non hai mai visto sé stesso: grazioso, terrorizzato e triste. Rimane alquanto confuso, le sue fantasie scompigliate, perché non sa che cosa fare per evitargli di essere come lui, grazioso, terrorizzato e triste. Bob sa che suo padre gli aveva voluto bene e che era stato un uomo buono, gentile e allegro, e sa che con il figlio lui non avrà altra scelta che cercare di fare altrettanto. Qualsiasi tipo d’uomo o di padre diverso gli è inimmaginabile.

Russel Banks - La deriva dei continenti - pag102-103

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