Sicché,
fino al giorno del rientro di George accompagnato da Marguerite, Bob ha
trascorso le lunghe ore noiose in negozio immaginando la propria vita con un
figlio maschio. E benché le sue fantasie fossero piuttosto comuni e
sentimentali – suo figlio che pescava dalla prua della barca, suo figlio che
giocava a baseball, hockey e pallacanestro, suo figlio che vinceva la gara di
sillabazione – molti dei dettagli attraverso i quali visualizzava queste scene
erano abbastanza vividi e personali da ricordargli particolari ed episodi
dimenticati della propria infanzia.
Aveva
fugaci visioni di sé stesso come qualcun altro, forse come aveva potuto vederlo
suo padre. Vide i capelli, dapprima ondulati e biondi, farsi dritti e castani
come quelli di Ruthie all’epoca in cui aveva cominciato la scuola. Vide nei
propri occhi azzurri la paura e l’invidia per la grande stazza d’acciaio del
padre, la meraviglia e lo sguardo timorato di quando, incitato da lui, lo
colpiva all’addome con tutta la sua forza e il padre continuava a ridere finché
a Bob s’indolenziva la mano e doveva smettere, il che suscitava altre risate. E
rivide il terribile tremito delle proprie labbra sentendo il padre dire che,
per insegnargli a nuotare, lui e lo zio Richard l’avrebbero buttato nel lago
dal pontile, cosa che fecero, e in effetti fu proprio così che imparò a
nuotare, boccheggiando e sputando acqua, sferzandola come fosse una belva, fino
a riportarsi abbastanza vicino a riva da sentire i ciottoli del fondale sotto i
piedi. E poi vide il suo strano sorriso mentre arrancava verso il pontile, lo
percorreva a tutta velocità roteando le braccia scheletriche e si buttava in
acqua da solo, più e più volte, riguadagnava la riva tra una girondola di
sferzate, correva al pontile e dopo una rincorsa si lanciava in acqua, finché i
due uomini avevano smesso di ridere di lui e avevano raggiunto le donne al
tavolo da picnic nella pineta. E – a poco a poco – Bob comincia a vedere il
figlio non ancora nato come non hai mai visto sé stesso: grazioso, terrorizzato
e triste. Rimane alquanto confuso, le sue fantasie scompigliate, perché non sa
che cosa fare per evitargli di essere come lui, grazioso, terrorizzato e
triste. Bob sa che suo padre gli aveva voluto bene e che era stato un uomo
buono, gentile e allegro, e sa che con il figlio lui non avrà altra scelta che
cercare di fare altrettanto. Qualsiasi tipo d’uomo o di padre diverso gli è
inimmaginabile.
Russel Banks - La deriva dei continenti - pag102-103
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