In quei giorni immaginavamo noi stessi come prigionieri
dentro un recinto, in attesa di essere liberati nel pascolo delle nostre
esistenze. Quando fosse giunto il momento, la vita, e il tempo stesso,
avrebbero subito un'accelerazione.
Come avremmo potuto sapere che in effetti le
nostre vite erano già cominciate, che alcuni vantaggi ce li eravamo accaparrati
e che qualche danno era già stato inflitto?
E che, per di più, ci avrebbero solo
liberati dentro un recinto più grande i cui limiti avremmo in principio
faticato a riconoscere?
Julian Barnes - Il senso di una fine - pag.11
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