Fuori
c’era la libertà. Fuori c’era la vita a cui lui intendeva appartenere – la vita
dei grilli che schizzavano fuori dall’erba, degli uccelli che volteggiavano
decine di metri più in basso nella valle o si libravano verso le cime dei
monti, degli animali invisibili nel sottobosco che di tanto in tanto rivelavano
la loro presenza con una fruscio o un repentino scoppio di strida o richiami
agitati; le piante che si adattavano alle loro vegetali pulsioni e obiettivi,
quasi impercettibilmente, le rocce e i sassi, apparentemente inerti e tuttavia
misteriosamente partecipi del cambiamento e movimento costante della terra.
Bastava
essere silenziosi, accorti, osservare e intuire – e quello era l’unico talento
di Ravi, a quanto era dato vedere.
Anita Desai - L'artista della sparizione - pag.96-97
Nessun commento:
Posta un commento