venerdì 1 giugno 2012



— Un tappo di bottiglia e una donna sgozzata, non colgo il nesso, non ci arrivo. Non riesco a capire cos’abbia in testa questo qui.                                                                
 —Quando si guarda l’acqua in un secchio, — disse Adamsberg, — si vede il fondo. Metti dentro un braccio e tocchi qualcosa. Anche in una botte, ci riesci. In un pozzo, non ce la fai. Anche lanciarci dentro dei sassolini per cercare di capire non serve a niente. Il dramma è che ci si prova lo stesso. L'uomo ha sempre bisogno di "capire". E questo gli crea solo grane. Lei non ha idea della quantità sterminata di sassolini che ci sono in fondo ai pozzi. E la gente non li lancia per sentire il rumore che fanno quando cadono nell'acqua. E' per capire. Ma il pozzo è una cosa terribile. Quando quelli che l’hanno costruito sono morti, nessuno può più saperne niente. Ci sfugge, ride di noi dal profondo del suo ventre sconosciuto pieno di acqua cilindrica. Ecco cosa fa il pozzo, secondo me. Ma quanta acqua? Fino a dove, l’acqua? Bisognerebbe sporgersi, sporgersi per sapere, lanciare delle corde.                                                         
 — Roba da annegarci, — disse Castreau.                                                                              
— Certo.                                                                                                                                   
 — Ma non vedo che rapporto c'è con l’omicidio, — disse Castreau.                                    
— Non ho detto che ce ne sia uno, — disse Adamsberg,                                                      
— Allora perché ci racconta la storia del pozzo?                                                          
— Perche no ? Mica si può sempre parlare per essere utili. Ma Danglard ha ragione. un tappo di bottiglia, una donna, non si capisce il nesso. E' questa la cosa importante. 
Fred Vargas - L'uomo dei cerchi azzurri - pag.58-59

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