Resto solo. Fumo la mia sigaretta. Arriva Tato, il pugile
omosessuale. Prende una sedia davanti a me. Un raggio di luce gli inonda il
viso butterato.
“Senti quasta storia”, mi dice. “La mia storia. La storia del
vendicatore di una dolorosa tragedia. La tragedia del melodramma finale, che
non ha prospettive. La coincidenza fatale della tragedia senza fine. Ascolta la
mia storia. La storia dell’imperfetto che si rese perfetto. E il tragico finale
della morte, che è la vita. Che cosa te ne sembra?”
"Non male", faccio io.
"Non male", faccio io.
“Mi basta”, esclama e se ne va.
Guillermo Rosales - La casa dei naufraghi - pag.40
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