martedì 22 febbraio 2011


Kaveh Hosseini - The Joy

— Padre, sai cosa prova il prato?
-Vuoi dire l'erba? — Si, l'erba, i fiori. Anche quello che non è erba e fiori. La terra, gli animali, i piccoli sassi, le radici. Il prato. Tutto il prato. Sai cosa prova?
— Ti ascolto, — Ganuan avvicinò la testa a quella del figlio.
— Il prato sente una stanchezza felice, — disse il bambino, con il tono di chi rivela un segreto, — come quando si corre molto nel gioco. Il prato ha corso molto... Tacque all'improvviso. Il burban restò in silenzio, con la testa vicinissima, ad aspettare.
— Il prato ha corso molto, — rispose Madurer, — con gli insetti e i semi e il vento. Anche i suoi colori sono andati lontano. Andati e tornati molte volte. Poi. ..(…)
— Il prato non sente il sopra e il sotto, — disse.
— Cosa vuoi dire, Madurer? — chiese il burban tornando a chinarsi.
— Non sente le radici nella terra e gli steli nell’aria, — disse Madurer, — non sente il dentro e il fuori. Capisci?
ll burban tacque.
— Guarda là, padre, — disse il bambino indicando attorno, — vedi, le radici del prato sono nel cielo della terra, e i fiori sono radici nell’aria.
Con la mano aperta copriva da lontano la lascia dipinta sulla parete.
— I fiori sono radici nell’aria. Gli animali entrano ed escono, sono dentro e fuori. Entrano nella terra, escono dal cielo. Il prato li protegge nel loro passaggio. Li protegge. Li sente tutti e li protegge. Ganuan sollevò una mano del figlio e la baciò.
— E' vero quello che dice Sakumat, figlio. Tu sei un poeta.
Madurer sorrise. — Il prato è un poeta, — disse, e nuovamente si assopì.
Roberto Piumini - Lo stralisco - pag.77-78

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