domenica 16 gennaio 2011


opera do Do-Ho-Suh

Come dice, scusi? cosa volevano i sindacalisti rivoluzionari? E volevano la rivoluzione. Adesso a lei magari sembra un'enormità — “E che sono, le Brigate rosse?” -- ma mica erano i tempi di adesso. Lei ci doveva stare allora e ci doveva stare nella parte dei poveri però, mica in quella dei ricchi. Lei se era povero non aveva nessun diritto. Solo lavorare e ringraziare Dio, se glielo davano da lavorare; perché era difficile pure quello. Erano piene fino all’orlo le navi che da Napoli o da Genova partivano tutti i giorni per le Americhe. E tante erano carrette. Lei non ha idea di quante ne sono affondate, di quanta gente non s’è saputo più niente e di quanti- convinti di andare in Canada — si sono ritrovati in Argentina o addirittura in Sicilia. Tornati a casa. E le terze classi lei nemmeno se le sogna. Cameroni unici e promiscui per maschi e femmine, i bisogni dentro un vaso come il bugliolo in galera, e ogni mattina in giro a raccogliere i morti di stenti e a buttarli a mare e poi, una volta che eri pure riuscito ad arrivare vivo la — in Nordamerica - trattato a calci nei fianchi. Lavoro nero e fuorilegge. Chiedevi un aumento? Ti ammazzavano di botte. E se per caso invece cadevi da un’impalcatura sui cantieri e morivi — ma anche se non morivi subito, e magari con qualche cura ti potevi salvare - ti mettevano su un furgoncino e ti andavano a buttare in campagna dentro un fosso: “Chi s’è visto s’è visto”. Mica potevano correre il rischio che l’ispettorato gli facesse la multa. Come dice, scusi? che lo hanno fatto l’altro giorno anche qua da noi? E che le sto dicendo, io?
Antonio Pennacchi - Canale Mussolini - pag.34-35

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