giovedì 29 aprile 2010


Gianni Grassi - socio-giocologo

Gianni , l’uomo scomodo che non si piega
Che non cerca l’armonia
Che insegna che l’armonia senza lo scontro non vale
Vale l’armonia ruvida, che sopravvive e si nutre dello scontro
E si fa così incontro

L’uomo che non da nulla per scontato e ti costringe a smontare, rivedere, spiegare, rendere ragione di quello che fai.
Perché dietro a ogni suo gesto, ogni sua parola, ogni suo atto c’è una scelta, sofferta, pensata, contrastata, pignola, paurosa, ma una scelta, con cui eri costretto a confrontarti

Gianni non passa senza lasciare tracce.
Gianni sposta tutto, guarda dietro gli angoli, alza i tappeti.
Non puoi fermarlo, anzi fallo passare come un benefico vento che strappa tutte le sciocchezze e rinforza le radici delle cose veramente importanti.

Gianni non si adatta al mondo, non lo accetta com’è, non si accontenta, non si arrende e ti costringe ugualmente a non accontentarti, a non adagiarti, a non adagiarti su abitudini, su compromessi, su mezze misure.

Non sai mai, quando stai con Gianni, quello che succederà,
se alla fine dell’incontro sarete ancora fratelli
o invece avrai incontrato la sua ira.
E cerchi così di raggiungere la fiducia di un rapporto, di un amicizia, di essere passato al di là, di saperti amato, considerato, perché anche Gianni sa di essere comunque amato, stimato, accolto.

Gianni sceglie le parole.
Anche qui non si adatta alla lingua ma la fa sua.
Come sua, irrimediabilmente sua ha fatto tutta la sua vita.
Gianni si da, ma come ogni dono vivo non si fa mettere dove vuoi.
Si fa largo. Si fa posto, si trova il suo posto.
Ti costringe a fargli posto a dargli il posto che merita, che chiede magari in modo prepotente, sfidando la tua capacità d’ascolto.
Sa riconoscere il rispetto, l’ascolto, l’onestà, la fragilità, ma non tollera l’ipocrisia, la falsità, l’imbroglio.

E poi Gianni gioca.
Ha il dono infantile, divino di arrivare al culmine dello scontro, al culmine dell’irrigidimento dove nulla può far tornare indietro e poi… con un sorriso beffardo lo scopri dietro di te, rassegnato, disperato forse, ma divertito di aver raggiunto anche quell’altezza, di aver ancora una volta rischiato di perdere veramente tutto per poi potersi ritrovare di nuovo insieme abbracciati.

Gianni parla di cose profondissime.
Si muove come un iceberg, profondo , rigido, con radici profondissime, ma pronto a sciogliersi nell’amore, nella bellezza, nel gioco.

Gianni ci tiene, si arrabbia perché ci tiene alle cose, alle persone, a ogni cosa,
e poi , quasi accorgendosi di aver esagerato, sorridendo imbarazzato, sfiorando con gli occhi la possibilità di dirti scusa, sorridendo come a dirti:”Ma sul serio ci sei cascato? Ma sul serio hai ascoltato e dato importanza quello che dicevo?”

E ti ringraziava con gli occhi del meraviglioso gioco che si era riusciti a costruire senza bisogno di dirsi nulla.

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