martedì 21 luglio 2009

opera di Antoni Tapies

Chiesi alla suora: - Che cosa dice la Chiesa oggi a proposito del paradiso? E’ ancora quello di una volta? La dimora di Dio, degli angeli e delle anime dei salvati?
- Pensa che siamo stupide? E poi salvati, ma che cosa si salva?
- Ma lei è una suora. In queste cose le suore ci credono. Quando ne vediamo una è una visione che rallegra.
E’ tenero e divertente che ci venga ricordato come ci sia ancora qualcuno che crede agli angeli, ai santi, a tutte le cose tradizionali.
- E lei sarebbe talmente testone da crederci?
- Non è ciò in cui credo io, a contare, ma ciò in cui crede lei.
- Questo è vero. I non credenti hanno bisogno dei credenti. Hanno un bisogno disperato che qualcuno creda.
- Ma se non crede, allora perché fa la suora? Perché tiene quel ritratto sulla parete?
- E’ per gli altri. Non per noi
- Ma è ridicolo. Quali altri?
- Tutti. Quelli che passano la vita a credere che noi crediamo ancora. E’ il nostro compito nel mondo, credere in cose che nessun altro prende sul serio. Abbandonando tali credenze, il genere umano morirebbe. E’ per quello che siamo qui. Una minuscola minoranza. Per dare corpo a vecchie cose, vecchie credenze. Se non fingessimo di crederci, il mondo andrebbe a rotoli.
- Vuole dire che la vostra devozione è una finzione?
- E’ la nostra finzione ad essere una devozione. Qualcuno deve dare l’impressione di credere. La nostra vita non è meno seria che se professassimo una fede autentica, un vero credere. A mano a mano che la fede diminuisce in questo mondo, la gente trova sempre più necessario che ci sia qualcuno che crede. Uomini dallo sguardo folle rintanati in grotte. Suore in nero. Monaci che no parlano. Restiamo noi, a credere. Scemi, bambini. Quelli che hanno smesso di credere devono continuare a credere in noi. Devono sempre esserci dei credenti. Gli scemi, gli idioti, quelli che sentono le voci, quelli che parlano in lingue incomprensibili. Siamo i vostri mattoidi. Cediamo la nostra vita per rendere possibile la vostra mancanza di fede. Voi siete sicuri di essere nel giusto, tuttavia non volete che la pensino tutti come voi. Non c’è verità senza i folli.

Don De Lillo - Rumore bianco - pag.378-380

1 commento:

tatalla ha detto...

"E’ la nostra finzione ad essere una devozione".
Mi rimbomba dentro, 'sto concetto. Mi sa che devo capire perchè...