sabato 27 dicembre 2008
John Steinmeyer
V'è un unico Dio, e le Muse non sono ebree, bensì greche.(...)L'immaginazione stessa - l'afflato, l'estasi, l'immagine - potrebbe violare il secondo comandamento. (...)
Mette in guardia ancche contro l'inchiostro, il comandamento contro gli idoli?
Credere negli idoli è credere nella magia. E raccontare storie, come sa bene qualsiasi scrittore, è una sorta di arte magica. O di eucarestia, per cui il pane quotidiano del linguaggio assume la forma di un dio.(...)
L'immaginazione è più che una finzione, più che il potere di inventare. E' anche il potere di penetrare nel male, di assumersi il male, di diventare il male, e in tal senso è la più terrificante delle facoltà umane. Chiunque scrive un racconto in cui sia presente la malvagità, vi entra dentro, e diventa il malvagio.(...)
L'immaginazione cerca l'indicibile e il non fattibile, e lo dice e lo fa.(...)
E gli scrittori che insistono che la letteratura ha a che fare solo con il linguaggio di cui è fatta offrono un idolo.(...)
Ma un idolo non serve nessuno: un idolo lo si serve.
Cynthia Ozick - Lo scialle - pag. 82-83
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento