lunedì 4 agosto 2008


Gary Knight

Quando ebbi Cash mi resi conto che vivere era terribile. Fu allora che capii che le parole non servono a nulla; che le parole non corrispondono mai neanche a quello che tentano di dire.
Quando nacque mi resi conto che maternità era stata inventata da qualcuno che doveva trovarle una parola perchè a chi i bambini li ha avuti non gli importava nulla se c'era una parola o no.
Mi resi conto che paura era stata inventata da qualcuno che non aveva mai avuto paura; orgoglio, da qualcuno che di orgoglio non ne aveva mai avuto.
Mi resi conto che così era stato, non che avessero il naso sporco, ma che avevamo dovuto usarci l'un l'altro con parole, appesi per la bocca come ragni.(...)
Anche lui aveva una parola. Amore, lo chiamava. Ma era da un pezzo che avevo fatto l'abitudine alle parole. sapevo benissimo che quella parole era come tutte le altre: semplicemente una forma per riempire un vuoto; che quando sarebbe venuto il momento, non ci sarebbe stato bisogno di una parola.(...)
E così pensavo a come le parole vanno su dritte in una linea sottile, rapida ed innocua, e a come sia terribile che il fare proceda lungo la terra, rimanendoci aggrappato, così che dopo un pò le due linee sono troppo distanti perchè la stessa persona possa passare da una all'altra; e che peccato, amore e paura sono soltanto dei suoni che gente che non ha mai peccato nè amato nè avuto paura, ha per quello che non ha mai avuto e non potrà avere fintanto che non si dimenticherà delle parole.(...)
E poi morì. Non sapeva di esser morto. Giacevo accanto a lui nell'oscurità, udendo la terra oscura che parlava del peccato di Dio; udendo l'amore e la Sua bellezza e il Suo peccato; udendo l'oscura assenza di voce nella quale le parole sono i fatti, e le altre parole che non sono fatti, che sono soltanto gli interstizi nei vuoti della gente, che scendevano giù come i gridi delle anatre selvatiche che uscivano dalla selvaggia oscurità in quelle terrribili notti di un tempo, cercando di afferrare i fatti come degli orfani ai quali vengano indicati due visi in una folla e venga detto: quello è tuo padre, quella è tua madre.
William Faulkner - Mentre morivo - pag. 154-157

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