sabato 23 marzo 2024

 




Il treno per New York era pieno e l'unico posto libero era nella carrozza bar. Non mi dispiacque. Raggomitolato contro il finestrino, sorseggiai il mio scotch guardando passare il Connecticut. Nel sedile di fronte a me c'era un prete. Aveva la testa calva, tranne qualche ciuffetto in cima. Gli occhi azzurri erano ravvicinati, sormontati da folte sopracciglía bianche, e puntati su di me. Pregai che non mi parlasse.

«Dove sei diretto?» domandò.

Mi girai lentamente, come se avessi il torcicollo. «Manhasset» risposi, voltandomi di nuovo verso il finestrino.

«Manhasset? Dov'è?»

«Long Island» borbottai.

«Manhasset, Long Island. Ha un bel ritmo. Man-hass-et. Sembra un nome da romanzo.»

«Infatti.» Il tono era stato più brusco di quanto volessi.

Mi voltai di nuovo verso di lui. «È dove abita quella bisbetica bugiarda di Daisy Buchanan.»

«E quell'imbecille di suo marito Tom.» Alzò il bicchiere in un brindisi silenzioso, a me o ai Buchanan, non capii.

«Torni a casa per le vacanze?»

«Una pausa imprevista.»

«Mi sembri abbacchiato, figliolo.»

«Ho appena scoperto che Daisy mi tradisce.»

«Ah.»

«Mi scusi. Immagino che non stia bene parlare di una ragazza a un prete.»

«Sciocchezze. Non sento parlare d'altro. Amore e morte.»

«Oh. Giusto. Preti e baristi.»

«E parrucchieri.» Si passò una mano sul cranio calvo, «O almeno così mi dicono, Fammi indovinare. Primo amore?»


J.R.Moehringer - Il bar delle grandi speranze - pag.259

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