Quando si soffre di quella bazzecola così peculiare che è
la cattiva memoria, il passato e il futuro assumono quasi la stessa irreale
consistenza. Se guardo indietro e tento di ricordare ciò che ho vissuto, i
passi che mi hanno condotto fin qui, non so mai con assoluta certezza se sto
rammentando o inventando. Quando stiamo vivendo le cose, in quel tempo «di
svolgimento» che chiamiamo presente, con addosso la pesantezza distruttiva
propria della realtà immediata, tutto sembra ordinario e corposo e duro come un
tavolo o una seggiola; quando invece il tempo passa, le gambe della seggiola si
rompono o si rovinano, il sedile si affossa, lo schienale si deforma, le
termiti divorano la spalliera, e le cose finiscono per diventare irreali come
quell'oggetto descritto alla perfezione da Lichtenberg: «Un coltello senza lama
a cui manca il manico». E che razza di oggetto è? Un oggetto che può
esistere solamente nelle parole, una cosa che non si può mostrare, una cosa
che, però, dentro quella frase, voi potete vedere: «Un coltello senza lama a
cui manca il manico». Così è il passato, quasi sempre, qualcosa che non è più e
di cui non rimane che una scia di parole.
Hector Abad Faciolince - La poesia in tasca - pag.7
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