Resta ancora da definire la qualità della felicità. Se la tua
professione, se la passione della tua vita ti conduce a valutare la
condizione umana, allora devi aprire il cuore alla totale miseria che questa
cela in sé: in qualsiasi caso, non puoi restare indifferente alla gioia della
creatività, alla gioia di vedere la matita che corre sulla carta. Sei dunque un
baro? Sicuro. Ma in ogni grande avventura esiste un imperativo: devi dare una
parte di te — che mangino la tua carne, che bevano il tuo sangue... La peggior
fine è una sorta di meschino, volgare disturbo: quello è la negazione di tutto.
Non abbandonare le luci della festa — oh, è l’orrore della noia: la noia è
colpa.
Se la tua esistenza non è davvero incredibile, essa non è degna nemmeno di una parola.
Se la tua esistenza non è davvero incredibile, essa non è degna nemmeno di una parola.
Imre Kertesz - Io, un altro - pag.97
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