Nominandoli,
riporta in vita gli uomini cui sono stati «strappati i nomi» (agli schiavi non veniva lasciato neanche
quello), come fa Eyabe lungo il
cammino quando incontra un ragazzino
muto: «ha continuato a insegnargli a parlare mulongo, nominando gli elementi
della natura: legno, foglie,
terra, Le parti del corpo, le azioni: camminare, bere, mangiare, dormire...
Condividere, trasmettere, la tranquillizzava.
Era come tornare a far esistere un
mondo per qualcuno».
Piazza Fontana - 12 Dicembre 1969

E dà un corpo
per reincarnarsi agli antenati. «Perché i defunti tornino tra i vivi,
penetrando nei corpi delle donne gravide,
serve una comunità. Una comunità che canti il loro nome, racconti
la loro storia, ricordi i loro gusti. il suono
delle loro risate. Serve qualcuno che
pensi a loro, qualcuno che dopo il pasto
della sera lasci la razione di cibo cui
hanno diritto».
Leonora Miano - Le stagioni dell'ombra
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