Sandra continuava a tenere gli occhi chiusi, in silenzio.
“Mamma”
disse, “scusami se sono sporco…”
Prese
fra le braccia quel corpo, lo strinse a sé come un bimbo o una fidanzata. Le
fece sentire, nonostante la schiena rotta, tutta la sua forza.
“ Non ti chiedo niente” disse Sandra scuotendo la testa, “ma tu
promettimi…”
“Sssh!” fece Alessio che
non voleva sentire.
“Promettimi” ripeté Sandra mentre il volto le tornava bello, “ che
questa è l’ultima volta che vai a fare non so cosa di notte.”
Alessio rise. Risero insieme, abbracciati e stanchi, alla luce della
lampadina che pendeva dal soffitto e dell’alba che stava sorgendo.
In quel
momento, da dietro lo spigolo della porta, apparve Anna. Non disse niente.
Rimase lì, pulita e scalza. Li guardava, non vista, come un piccolo angelo in
pigiama estivo.
Nel suo alfabeto, quella era una cosa molto bella. La sua mamma
con il viso nell’incavo tra il collo e la spalla di suo fratello, era forse la
cosa più bella.
Quella per cui valeva la pena, nella vita, non barare.
Silvia Avallone - Acciaio - Pag.108

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