domenica 8 aprile 2018


 Vado a intervistare l’artista Larry Kagan, che ha il suo atelier a Troy. Mi dico che sarà l’occasione di imparare a usare la fiamma all’ossiacetilene che lui adopera come se fosse una matita leggera. Le sue sculture sono grovigli incomprensibili di sbarrette di ferro ricurve, se ne stanno accatastate in una stanza dello studio, ciascuna con una misteriosa ma indispensabile etichetta numerata. A guardarle e anche a maneggiarle non ne ricavi nulla, devi appenderle al muro e posizionare una lampada seguendo le istruzioni scritte sul cartellino, e quando accendi la luce, magia, il groviglio proietta un’ombra imprevedibile, a rappresentare ora una scarpa col tacco, ora un cerchio nero, ora un cane, ora una persona che cammina. Le mie non sono veramente sculture, dice, sono disegni fatti con l’ombra.


 Kagan ha solo un occhio buono, l’altro è stato danneggiato irreparabilmente in un incidente quando da bambino giocava con una sostanza esplosiva. Nessuno nota le ombre, mi dice: quando osservi un oggetto il tuo sguardo si focalizza sulla materia e l’ombra resta sempre in visione periferica. Volevo creare delle sculture che ti fanno osservare l’ombra e spostano l’oggetto alla periferia dello sguardo. Qui vedi la zanzara, è solo un’ombra ma te ne ricorderai anche tra un anno. Del groviglio di fili che produce quest’ombra, e che non assomiglia a nessuna forma, non ricorderai nulla.

opere di Larry Kagan


Che cosa ho imparato? Uno, osservare è un’arte; due, come per tutte le arti bisogna impadronirsi dei trucchi del mestiere. Tre, i trucchi dipendono da che cosa osservi.

Roberto Casati - La lezione del freddo - Pag.53-54

Nessun commento: