venerdì 27 maggio 2016


Nota in calce 

Del dolore del mondo
ho preso atto nella mia poesia
e del mio volto degli altri.
Ho viaggiato per Paesi
su vagoni piombati
e ho abitato in case
che non avevano finestre.
Ho profetizzato il passato
e al futuro ho scritto una postfazione.
Dei miei sogni è rimasto:
la loro irrealizzabilità.

Noi tutti abbiamo lo stesso nemico, noi stessi,
e la stessa madre, che ci diede
il petto sul quale
morivamo di sete.
Quando arriverà il momento,
mi metterò in cammino
per cercare mio fratello.
Non può essere più tanto lontano.


Traduzione di Nadia Centorbi 

Hans Sahl. I volti dell'esilio

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