sabato 29 dicembre 2012

Vermeer, Veduta della città di Deft



“Solo si può dire" suggerisce Proust “ che nella nostra vita tutto si svolge come se vi entrassimo con un carico di obblighi contratti in una esistenza anteriore. Nelle condizioni della nostra vita su questa terra, non c’e nessuna ragione perche ci sentiamo obbligati a fare il bene, a essere delicati, o anche solo cortesi, o perchè un artista ateo si creda in dovere di fare cento volte un ‘pezzo’ — come la piccola ala di muro gialla, dipinta con tanta abilità e raffinatezza da un artista sconosciuto, appena identificato con il nome di “Vermeer" —, destinato a suscitare una ammirazione che importerà ben poco al suo corpo mangiato dai vermi.               
Tutti questi obblighi, i quali non trovano sanzione nella vita presente, sembra appartengano a un altro mondo, fondato sulla bontà, lo scrupolo, lo spirito di sacrificio; un mondo interamente diverso dal nostro e di dove usciamo per nascere a questo, e nel quale ritorneremo forse a vivere sotto l'imperio di quelle leggi ignote cui abbiamo obbedito  perché ne rechiamo in noi l'insegnamento, senza sapere chi le abbia formulate: quelle leggi cui ci avvicina qualsiasi lavoro profondo dell'intelligenza".
da "La prigioniera" pag. 190
Syilvie Germain - Vermeer - pag.54-55

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