“Solo si può dire" suggerisce Proust “ che nella nostra
vita tutto si svolge come se vi entrassimo con un carico di obblighi contratti
in una esistenza anteriore. Nelle condizioni della nostra vita su questa
terra, non c’e nessuna ragione perche ci sentiamo obbligati a fare il bene, a
essere delicati, o anche solo cortesi, o perchè un artista ateo si creda in
dovere di fare cento volte un ‘pezzo’ — come la piccola ala di muro gialla,
dipinta con tanta abilità e raffinatezza da un artista sconosciuto, appena
identificato con il nome di “Vermeer" —, destinato a suscitare una
ammirazione che importerà ben poco al suo corpo mangiato dai vermi.
Tutti questi obblighi, i quali
non trovano sanzione nella vita presente, sembra appartengano a un altro mondo,
fondato sulla bontà, lo scrupolo, lo spirito di sacrificio; un mondo
interamente diverso dal nostro e di dove usciamo per nascere a questo, e nel
quale ritorneremo forse a vivere sotto l'imperio di quelle leggi ignote cui
abbiamo obbedito perché ne rechiamo in
noi l'insegnamento, senza sapere chi le abbia formulate: quelle leggi cui ci
avvicina qualsiasi lavoro profondo dell'intelligenza".
da "La prigioniera" pag. 190
Syilvie Germain - Vermeer - pag.54-55
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