carta di Michelot e Bremond 1726
Una mappa non va guardata, va ascoltata.
Una mappa non conversa usando frasi ben scandite. Il suo linguaggio non è scorrevole o lineare: è un mormorio appena riconoscibile, intermittente, discontinuo.
Una mappa non ha vocabolario, nessun lessico con significati precisi: comunica attraverso linee, sfumature, toni, simboli codificati e spazi bianchi, un pò come la musica. Nè si può dire che una carta abbia una sua voce propria: è un coro poliglotta, che recita secoli di sapere in canti echeggianti.
Una mappa non dà risposte: può solo suggerire dove si deve guardare.
Miles Harvey - L'isola delle mappe perdute - pag.60
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