martedì 8 gennaio 2008

Al pomeriggio arrivano i benefattori giulivi. Sono bravi ragazzi, pieni di buone intenzioni. Siccome secondo loro recano letizia, rompono i coglioni a ogni vecchio che non ride. Poi se ne vanno soddisfatti.
Non sanno del loro fallimento. Non sanno che avrebbero fatto meglio sedendo semplicemente in mezzo ai vecchi, ad ascoltarli. Avessero sopportato con pazienza tristezze e storie ogni volta uguali, li avrebbero fatti rivivere.Sarebbe stato sufficiente permettergli di riprendere la trasmissione di storie ed esperienze che avevano dovuto interrompere sentendosi all'improvviso inutili.
Certo i vecchi raccontano sempre le medesime cose usando strade inutilmente lunghe e contorte per arrivare dal punto A al punto B.
E che si è vissuti a fare se non si conoscono tutti i diversi sentieri che portano da A a B?
Inoltre i vecchi hanno ormai perso il concetto di linea retta, anche perchè i ricordi si aggrovigliano in testa e il poco tempo che rimane loro ingarbuglia le troppe parole che vogliono far uscire dalla bocca in un sol colpo.
Ma è questa la prima cosa da capire se si vuol concedere loro l'illusione di aver sparso, all'ultimo momento, il seme della continuità: ognuno degli infiniti punti della linea è un nodo dal quale si dipartono ricordi che vanno ad intersecare le linee altrettanto nodose degli altri.
M. Salvador - La casa del quarto comandamento -
pag.98

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