domenica 21 aprile 2024

 Le mani degli anziani, i contadini. | Foto Premium

 

Pavel sbuca dalla cucina e lo vede, rivolgendogli un sorriso che per poco non lo commuove. Lo raggiunge al banco e si strofina la mano destra sul grembiule prima di tendergliela. Un gesto antico, deferente e confidenziale insieme, che Nicola ha visto fare tante volte al nonno anche con lui, quando capitava che lo raggiungesse nel campo per dirgli che era pronto da mangiare, e il nonno, prima di mettergli la mano sulla spalla per rientrare, se la ripuliva sulla canottiera. Non gli sembrava tanto un atto di umiltà, dovuto alla vergogna di fare un lavoro che sporca, e neppure un automatismo. Nell'insufficienza igienica di quel gesto, nel suo valore tutto sommato simbolico, Nicola riconosceva piuttosto uno stile, un azzeramento dei convenevoli, una traduzione immediata della forma in sostanza. Era in questo approccio essenziale alle cose, in questo ripulirsi la mano alla meno peggio prima di darla all'altro (fosse stato il sindaco del paese o tuo nipote che veniva a dirti ch'era pronto in tavola), che Nicola coglieva i tratti di un'eleganza che avrebbe voluto fare sua e pensava conseguisse naturalmente alla scelta di un lavoro manuale (o meglio, corporeo). È sorpreso e compiaciuto che quel gesto ancora si conservi, che sia arrivato fin qui, che anche questo ragazzo lo usi. Lo ammira; forse un po' addirittura lo invidia.

Diego De Silva - Mancarsi - pag,58-9

 

 

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