Da dove viene la libertà? Come può scomparire cosí velocemente? Sono quelli che la concedono a riprendersela tanto bruscamente, oppure siamo noi a lasciarla andare? Siamo anche capaci di regalarla dicendo: «Prenda amico mio, tocca a lei, io ne ho già approfittato. La prenda, le sarà forse di una qualche utilità!» Forse assomiglia a quei fantastici tesori delle favole che dopo aver brillato con i loro fuochi davanti a un muro, quando si cerca di afferrarli si trasformano in nuda terra o in carbone? Mi era difficile vederci chiaro.
Alla fine sono arrivato alla conclusione che non ne abbiamo bisogno. L'amore per la libertà - usiamo pure la parola preferita da Halit il Regolatore, non mi si può certo criticare e nemmeno prendersi gioco di me per aver usato una parola che gli apparteneva - non è altro che una forma di snobismo moderno.
Se ne avessimo davvero avuto bisogno, se l'avessimo amata veramente, avremmo colto l'occasione delle sue frequenti visite e non l'avremmo piú lasciata andare. Che importanza ha? Il giorno dopo il suo arrivo era già scomparsa. La cosa piú strana di tutta questa faccenda è che ci abituiamo velocemente alla sua assenza. Ci accontentiamo di vedere il suo nome in una poesia, nei libri di scuola o nei discorsi ufficiali.
Ahmet Tanpinar - L'istituto per la regolazione degli opologi - pag.24